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 HAI MESSO
SULLA MIA BOCCA
UN CANTO NUOVO

Pregare i Salmi con Israele, con Gesù ,
con il nostro tempo.

3

Preghiamo.
«Abbi pietà di noi, Signore Dio di tutto, e guarda. Alza la tua mano sulle nazioni straniere, perché vedano la tua potenza. Come ai loro occhi ti sei mostrato santo in mezzo a noi, così ai nostri occhi mostrati grande fra di loro. Ti riconoscano, come noi abbiamo riconosciuto che non c’è un Dio fuori di te, Signore» (Sir 36, 1-4). Amen

 Salmo 145 ebr (144 lat).  Un concentrato di “Padre Nostro”.

(potremmo tentare di mettere in evidenza le frasi che ci richiamano la preghiera del PADRE NOSTRO)

 O Dio mio, mio re, voglio esaltarti e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
Ti voglio benedire ogni giorno, lodare il tuo nome in eterno e per sempre.
Grande è il Signore e degno di ogni lode, la sua grandezza non si può misurare.
Una generazione narra all'altra le tue opere, annunzia le tue meraviglie. Proclamano lo splendore della tua gloria e raccontano i tuoi prodigi.
Dicono la stupenda tua potenza e parlano della tua grandezza.
Diffondono il ricordo della tua bontà immensa, acclamano la tua giustizia. Paziente e misericordioso è il Signore, lento all'ira e ricco di grazia.
Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature.
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno e parlino della tua potenza, per manifestare agli uomini i tuoi prodigi e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è regno di tutti i secoli, il tuo dominio si estende ad ogni generazione.
 Il Signore sostiene quelli che vacillano e rialza chiunque è caduto.
Gli occhi di tutti sono rivolti a te in attesa e tu provvedi loro il cibo a suo tempo.
Tu apri la tua mano e sazi la fame di ogni vivente.
Giusto è il Signore in tutte le sue vie, santo in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a quanti lo invocano, a quanti lo cercano con cuore sincero.
Appaga il desiderio di quelli che lo temono, ascolta il loro grido e li salva.
Il Signore protegge quanti lo amano, ma disperde tutti gli empi.
Canti la mia bocca la lode del Signore e ogni vivente benedica il suo nome santo, in eterno e sempre.

 PADRE. «Voglio benedire il tuo NOME».

Conoscere Dio è una grande aspirazione degli uomini. Israele ha avuto la missione di rivelare agli altri il mistero di Dio. Nel mondo semitico, il nome di una realtà è la realtà stessa, è presenza e azione dell'essere nominato.  Pronunciare il nome di qualcuno ha l'effetto di rendere la sua presenza attuale e operante in modo immediato e inevitabile. Ma pronunciare il nome di Dio, in Israele, non voleva dire fare un atto magico con cui si poteva prendere possesso dell'essere invocato, conciliarselo, utilizzarlo. In Israele è solo Dio che conosce il nome dell'uomo: <Io ti conosco per nome, dice il Signore>(Esodo 33,12). L'uomo non può conoscere Dio, non può chiamare Dio con il suo NOME. Non si parlerà mai correttamente di Dio se non in termini di mistero. Ma poichè nella cultura semitica ciò che non ha nome, non esiste, nasce la necessità di scoprire quale nome ha Dio. La ricerca del Nome non sarà dunque, in Israele, un'operazione intellettuale, ma una comunione, un avvicinamento con rispetto e con sorpresa, una scoperta con conseguenze inevitabili.

 Le origini del Nome di JHWH.

 JHWH. In ESODO 3,14-15 (nella grande rivelazione del Nome di Dio a Mosè attraverso il roveto ardente) si fondano le grandi tradizioni della rivelazione del Nome Santo.

Io sono colui che sono ( 'ehieh 'ascer 'ehieh). 'ehieh dal verbo haiah che si può tradurre con essere qui, arrivare qui, vivere qui. Ma il suo primo significato è quello di irrompere, respirare e quindi è vicinissimo all'idea di vita. Il verbo haiah è un verbo attivo: non significa quindi solo "vivere vegetando", ma "vivere agendo", in rapporto con gli altri esistenti, è vivere con, vivere per, agire su, agire per.

La rivelazione del Nome di Dio a Mosè nel roveto ardente si potrebbe quindi tradurre con:

 IO SONO Colui-che-qui-interviene-per-voi-come-ha-sempre-fatto-e come-farà-sempre,

Pronunciare il suo nome diventerà sempre un fare memoria dell'evento pasquale di liberazione. Pronunciarlo è un atto di fede e di riconoscenza. Anzi, un sacramento: quando lo pronuncio accade la salvezza. Il nome Jahwèh significa: "Eccomi qua, sono io che vi accompagno". Isaia 52,6: "Pertanto il mio popolo conoscerà il mio nome, comprenderà in quel giorno che io dicevo: eccomi qua". «Chiunque invocherà il Nome di JHWH sarà salvo» (Gioele 3,5)

 Padre.

ABBA' (papà) e IMMA' (mamma) sono le prime parole che pronunciano i bambini ebrei. C'è quindi una componente fiducioso-familiare; JAHWE' veniva considerato GENITORE in quanto creatore della vita e in quanto responsabile della costituzione del popolo. Significa che non siamo mai orfani, smarriti, abbandonati alle forze e ai condizionamenti di questo mondo. Vivere è anche grazia ed ogni esistenza è benedizione. Da qui si impara a non più maledire, a non più disprezzare. Pronunciare la parola "Padre" è già di per sé una preghiera. Nel culto cristiano esistono 2 brevissime preghiere: una consiste nel dire "Padre" e l'altra consiste nel dire "Amen". 

  PADRE. SIA SANTIFICATO IL TUO NOME

 Premessa: 

1.      “sia santificato…venga …sia fatta”; sono verbi al passivo, chiamati tecnicamente “passivo divino”. Che significa? Che il soggetto dei verbi è Dio stesso. Potremmo, quindi, dire meglio: “Padre rivelaci il tuo Nome Santo e fa’ che la nostra vita faccia lodare il Tuo Nome Santo, donaci il tuo Regno, compi le tue promesse e le tue volontà”.

2.      L'evangelista Giovanni racconta più volte che Gesù ha applicato a sè questa espressione: "Io sono": "Quando avrete innalzato il figlio dell'uomo allora saprete che “Io sono” e non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre così io parlo."(Gv 8,28). È Gesù che mostra il vero volto di Dio come Padre: "Chi vede me vede il Padre….Io e il Padre siamo uno". Nome di Dio è la persona di Gesù: "Egli è immagine del Dio invisibile". (Col 1,15) "Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato." (Gv 1,18). Possiamo vedere nella Persona di Gesù il Nome di Dio. 

  PADRE. SIA SANTIFICATO IL TUO NOME

  "Santificherò il mio nome santo, che voi avete disonorato fra le genti; non per riguardo a voi,ma per amore del mio santo nome" (Ez. 36,21-23).

La petizione nasce da una constatazione e da un desiderio.

La constatazione: la situazione oggettiva della vita, a causa delle sue profonde distorsioni, nega la glorificazione di Dio e favorisce il bestemmiare...

 Il desiderio: che Dio intervenga in modo tale che gli uomini abbiano il coraggio di trasformare il mondo al punto di farlo degno del Regno.

 Dire che Dio è SANTO significa descrivere il Suo Essere (com'è Dio?) e il Suo agire ( come si comporta Dio?)

Esempio tipico è il testo di Esodo 3,1-8.

 Ora Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, e condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l'Oreb.L'angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva nel fuoco, ma quel roveto non si consumava.Mosè pensò: «Voglio avvicinarmi a vedere questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?».Il Signore vide che si era avvicinato per vedere e Dio lo chiamò dal roveto e disse: «Mosè, Mosè!». Rispose: «Eccomi!».Riprese: «Non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è una terra santa!».E disse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe». Mosè allora si velò il viso, perché aveva paura di guardare verso Dio.Il Signore disse: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti; conosco infatti le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dalla mano dell'Egitto e per farlo uscire da questo paese verso un paese bello e spazioso, verso un paese dove scorre latte e miele. 

Com'è Dio?: dire che Dio è SANTO è dichiarare che è il TOTALMENTE ALTRO, che non prolunga il nostro mondo e non è la proiezione delle nostre alienazioni e desideri. Ciò impedisce la manipolazione di Dio e il Suo addomesticamento nei cortili e nelle botteghe dei nostri interessi; ciò impedisce anche l'idolatria delle realtà umane con le quali mai Dio si identifica. Il cap. 32 di Esodo descrive anche il rischio di un certo tipo di “religione”: siccome Dio “era solo voce” e non si faceva vedere ed era in ritardo sulle attese, il popolo si costruisce una sua immagine; non di un altro Dio, ma del SIGNORE. Esodo 32:4 «Aronne prese dalle loro mani i loro gioielli e li fece fondere e ne ottenne un vitello di metallo fuso. Allora dissero: “Ecco il tuo Dio, colui che ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto”». Avevano bisogno che il loro Dio si materializzasse, non li deludesse nel loro bisogno di vedere, toccare. Dio/Parola era troppo inconsistente e deludente; volevano che il loro Dio fosse tangibile e visibile, non libero e responsabilizzante come una Parola, ma manipolabile come un utensile da usare quando serve o un soprammobile bello e innocuo.

 Come si comporta Dio?: dire che Dio è SANTO significa riconoscere che agisce come Totalmente diverso quando si fa conoscere ai piccoli e agisce con giustizia sui deboli.

Dio  vuole che anche l'uomo sia santo :"Santificatevi dunque e siate santi, perchè io sono santo"(Levitico 11,44; 19,2).

E' stato detto che con questa frase biblica viene rivelato che il destino dell'uomo è Dio. Dio è l'utopia realizzata di ogni uomo che desideri essere più di quanto è di fatto." La vostra luce risplenda davanti agli uomini perchè vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli"(Matteo 5,16).

Benedire, santificare, lodare il NOME  DI  DIO significa: 

1.      riconoscere che il Nome di Dio è già Santo: «Lodino il tuo nome grande e terribile, perché è santo» (Salmo 98,3). «Santo, santo, santo è il Signore dell’universo. Tutta la terra è piena della sua gloria» (Isaia 6). 

2.      che Dio ci doni di riconoscerlo come «Dio», come mistero impenetrabile, affascinante e tremendo, ma anche  come Padre vicino, che accompagna e assiste ma non è manipolabile dagli interessi umani. Che Dio, in nessuna religione (o società, banca, esercito, ideologia), venga ridotto a satellite dei nostri bisogni, a tappabuchi dei fallimenti, a cliché standard. 

3.      che chi collega il nostro comportamento con la nostra fede non abbia a maledire il Dio che adoriamo e in cui crediamo. Diceva Origene "Chi non si sforza di collocare la propria fede in Dio in armonia con ciò che è giusto, costui pronuncia invano il santo nome del Signore Dio". Siamo noi ora investiti del compito di essere l'eco del Nome di Dio. Siamo noi che possiamo, con la nostra vita, essere d'aiuto ad identificare e contraddistinguere il Dio vivo e vero, il Dio che ama e salva. Anche noi, con Geremia profeta, possiamo dire: "Siamo chiamati col tuo Nome" (Ger. 14,9). Siamo “Crist…iani”. Portiamo il suo Nome Santo.

 4.      che Dio è profanato quando si profana la sua immagine che è l'essere umano (Genesi 1:27 «Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò»): è qui che si dirige la sfida di una santificazione liberatrice, cioè nello sforzo di preparare un mondo che onori ed esalti Dio per la buona qualità di vita che riesce a produrre e per la tutela dei deboli.