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HAI
MESSO
Pregare
i Salmi con Israele, con Gesù , 4
I SALMI DELLA TORAH. Di solito questa frase viene pronunciata, con intenzioni consolatorie, in occasioni di disgrazie e mai in occasioni positive e di festa. Questa identificazione della volontà di Dio con gli aspetti negativi della vita è fuorviante, anche perchè si tira dentro Dio in faccende o vicende dove la sua diretta volontà c'entra molto alla lontana. In ambienti religiosi la frase viene anche usata strumentalmente dai superiori verso gli inferiori per far digerire decisioni poco rispettose o antidemocratiche. Mai come in questa circostanza occorre sottolineare che quando preghiamo come Gesù ci ha insegnato, noi chiediamo il Suo Nome, il Suo Regno, la Sua volontà. Proviamo a rivisitare alcuni passaggi biblici dove si parla della volontà di Dio: La volontà di Dio, innanzitutto, si presenta come una progettualità, un dinamismo positivo, un investimento sugli uomini, una responsabilità condivisa tra Dio e uomo. Le volontà di Dio di piccolo cabotaggio, più simili alle nostre volontà che alle Sue, sembrano passare in ombra:
Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino
alla conoscenza della verità. (1 Timoteo 1,4)
C'è nella Bibbia anche un volontà di Dio espressamente chiamata con i termini di Legge, Decreti, Precetti, Comandamenti. Di solito infatti ci si riferisce ai "Dieci Comandamenti" come base costitutiva della sua volontà. Con Gesù i Comandi diventeranno "Beatitudini" con la stessa cogenza morale ed escatologica della Toràh (Legge di Mosè). Il Regno di Dio sarà instaurato quando la volontà di Dio non sarà più scritta sulle tavole di pietra o sulle pagine di carta, ma sarà scolpita nel cuore. Quando invochiamo dicendo " Avvenga, accada la Tua volontà", esprimiamo il desiderio che la sua Alleanza, i suoi precetti, la sua progettualità dinamica non siano più esterne a noi, ma si inverino nelle nostre convinzioni e gioie interiori, ma anche nelle nostre mani e addirittura nelle nostre convivenze. Salmo 19 (celebrato ancora oggi in sinagoga quotidianamente ma particolarmente al Sabato ) I cieli
narrano la gloria di Dio, «Là pose una tenda
per il sole:
La Torah del Signore
è perfetta,
rinfranca l'anima; Anche il tuo
servo ne viene illuminato,
Il grande esegeta rabbinico Kimchi affermava che < come il mondo non si illumina e vive se non per opera del sole, così l'anima non si sviluppa e non raggiunge la sua pienezza di vita se non attraverso la Toràh>. In Giobbe 28,15-17 si dice della Sapienza: “non la si può scambiare con l’oro puro, non la si può acquistare a peso d’argento, non la si paga con lo zaffiro, non la uguagliano né l’oro n’è il cristallo…”. Il gustare la parola di Dio è un’immagine cara ad Ezechiele che, nel suo secondo racconto di vocazione (cap 2, 8-9; 3,1-3) è invitato a sentire il sapore del libro della profezia: « “E tu, figlio dell'uomo, ascolta ciò che ti dico e non esser ribelle come questa generazione di ribelli; apri la bocca e mangia ciò che io ti do”. Io guardai ed ecco, una mano tesa verso di me teneva un rotolo. Lo spiegò davanti a me; era scritto all'interno e all'esterno e vi erano scritti lamenti, pianti e guai. Mi disse: «Figlio dell'uomo, mangia ciò che hai davanti, mangia questo rotolo, poi va' e parla alla casa d'Israele». Io aprii la bocca ed egli mi fece mangiare quel rotolo, dicendomi: «Figlio dell'uomo, nutrisci il ventre e riempi le viscere con questo rotolo che ti porgo». Io lo mangiai e fu per la mia bocca dolce come il miele. Vediamo un parallelo in Apocalisse 10,8-11: « Poi la voce che avevo udito dal cielo mi parlò di nuovo: “Va', prendi il libro aperto dalla mano dell'angelo che sta ritto sul mare e sulla terra”. Allora mi avvicinai all'angelo e lo pregai di darmi il piccolo libro. Ed egli mi disse: “Prendilo e divoralo; ti riempirà di amarezza le viscere, ma in bocca ti sarà dolce come il miele”. Anche Geremia confessa: “quando le Tue parole mi vennero incontro, le divorai con avidità e la tua parola fu la gioia e la letizia del cuore” (15,16). Il fascino della Toràh è tattile, sperimentabile sensitivamente come nell’esaltazione dell’amore: “Le tue labbra strillano miele, o sposa, c’è miele e latte sotto la tua lingua” (Cantico dei cantici 4,11). Luce, calore, bagliore e sapore; vista, gusto, parola; vita, energia, gioia, forza: attorno a questi sistemi simbolici si intesse il salmo 19. Questi versetti vengono chiamati "la litania della Toràh":
La Toràh è perfetta (in ebr. Tam) come un cerchio, nel senso che è una VIA che conduce sicuramente alla mèta. Nel salmo 18 al versetto 31 si dice “la via di Dio è perfetta” e nel versetto 33 si dice “ha reso perfetto il mio cammino”. Anche l’apertura del salmo 119, il grande salmo della torah , ci fa pregare così “beato l’uomo dalla via perfetta”. E nei salmi 27,11 e 86,11 siamo invitati a pregare così: “mostrami Signore la tua via, guidami sulla retto cammino”. La Testimonianza è l'attestazione ufficiale dell'impegno di Dio nei confronti dell'alleanza con il popolo. E’"verace" = dà sicurezza e stabilità. Il giuramento di Dio è un Sì definitivo, un amen. I Precetti/ordini sono le ingiunzioni etico-comportamentali che danno gioia come il sole che irraggia la terra. I Comandi di Dio sono come il sole che permette di inoltrarsi nella nebbia e di intuire il senso profondo dell'essere e le vie della giustizia. Gli oracoli sono le parole dei profeti e dei giusti che mediano la Parola di Dio. I giudizi: è un termine complesso che suggerisce l’intero processo giudiziale, dal dibattimento per la ricerca della verità fino alla sentenza punitiva o liberatoria. Spesso la Bibbia unisce questo termine in coppia con misericordia, fedeltà, giustizia, come succede appunto nel nostro salmo. Dopo aver fatto l’elogio della torah entra in scena il servo della torah, colui che aderisce con amore al suo Dio e alla sua volontà. Ci viene subito in mente il servo di Jahweh (Isaia 42,1; 49,3; 52,13). Per lui, come commenta S. Agostino,: “La felicità non consiste in altro che nella stessa osservanza della torah: la retribuzione è grande perché grande è la dolcezza che prova”. Il salmo 119, il grande salmo della torah , al v. 112 ci fa pregare così:«ho piegato il mio cuore ai tuoi comandamenti: in essi è la mia ricompensa per sempre». Laboratorio sul SALMO 119. Sottolineo, brevissimamente, cosa intende la Bibbia con i termini legge-norma-insegnamento-parola. Questi termini vanno compresi a partire dal termine toràh: la radice ebraica del termine può suggerire un “cartello indicatore della direzione”, indagine, ricerca, spiegazione. Quindi questi termini spiegano meglio di quanto non si intenda con Legge o comando. Come dire: Se tu vuoi una vita belle e felice, ti trovi “spiegata” la strada: non ti rimane che percorrerla se vuoi essere una persona felice e realizzata. Il Salmo 119 è un Canto della Parola di Dio dall’A alla Z (salmo alfabetico), un “moto perpetuo” dell’alfabeto della preghiera. La Parola di Dio non è solo “voce” ma diventa cogente, responsabilizzante: decreto, precetto, comandamento, ordine… E l’orante si trova a pronunciare verbi attivi: osservare, custodire, vivere, amare…perché rivela la SUA VOLONTA’. Ora tocca a te. Prendi il Salmo 119. Ricostruisci, attorno alle Parole-chiave che ti indico, il loro contesto ( es: camminare nella Tua Legge…): LEGGE: INSEGNAMENTICOMANDIGIUDIZIPAROLAPROMESSEPRECETTI
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