La
città di pozzi
(Trad.
Don Augusto da
La ciudad de los pozos
in www.cipecar.org)
La
città era abitata da pozzi; pozzi diversi l’uno dall’altro non solo per il
luogo dove erano stati scavati, ma anche per l'apertura di ognuno. C'erano
pozzi con cordoli di marmo e metalli preziosi; pozzi con aperture in umile
mattone o legno e alcuni, tra quelli più poveri, con semplici fori nudi che
si aprivano sulla terra. La comunicazione tra gli abitanti della città
avveniva soltanto da un pozzo e l’altro.
Con l'idea di avere il meglio, ognuno cominciò a riempire i pozzi con le
cose. Così alcuni pozzi si riempivano di gioielli, oro e pietre preziose.
Altri di cose più pratiche come elettrodomestici e apparati tecnologici.
Alcuni abitanti optarono per l'arte, e li riempirono di quadri, pianoforti e
sculture sofisticate. Infine, gli intellettuali li riempirono di libri,
manifesti e riviste specializzate.
Un pozzo, piccolo e
lontano dal centro della città, fu costretto ad aumentare la sua capienza
scavandosi per farsi più profondo. Si rese conto se avesse voluto essere più
profondo doveva svuotarsi di ogni contenuto ... In un primo momento ebbe
paura del vuoto, ma quando vide che non aveva alcuna possibilità, lo fece.
Svuotato dalle cianfrusaglie, il pozzo cominciò a sentirsi più profondo,
mentre altri continuavano a riempirsi di robacce ...
Un giorno il pozzo, che cresceva in profondità, ebbe una sorpresa: dentro,
molto dentro, molto in profondità, trovò acqua! Mai prima d'ora si era
trovato un altro pozzo con dell'acqua ... Il pozzo vinse la sorpresa e
incominciò a bagnare le pareti, a spruzzare acqua fuori dai bordi finchè
l’acqua uscì dall'orlo come un fiotto.
La città di solito era
bagnata solo dalla pioggia, che in realtà era piuttosto rara; e così il
terreno intorno al pozzo, rivitalizzato, cominciò a svegliarsi. La vita
esplose piena di colori intorno a tutto il pozzo che da quel momento fu
chiamato "Il giardino". Tutti gli chiesero come avesse ottenuto il
miracolo.
«Nessun miracolo –
rispose- perché occorre cercare dentro, nel profondo».
Molti volevano seguirne
l'esempio, ma abbandonarono l'idea quando si resero conto che avevano
bisogno di andare più in profondità e dovevano svuotarsi.
Dall'altra parte della
città, un altro pozzo decise di correre il rischio del vuoto ... E cominciò
ad andare in fondo ... E finalmente sgorgò acqua e si creò una seconda oasi
verde nella città ...
«Che cosa farai quando
l'acqua si esaurirà?» gli chiesero.
«Non so cosa succederà
– rispose - ma per ora quanta più acqua tiro su, tanta più acqua continua
a sgorgare dal profondo».
Trascorsero alcuni mesi
dopo la grande scoperta.
Un giorno, quasi per
caso, i due pozzi si resero conto che l’acqua che avevano trovato nelle loro
profondità era la stessa ...
Quello stesso fiume sotterraneo, passando sotto l'uno forniva acqua anche
all’altro.
Si aprì per loro una nuova vita. Non solo potevano comunicarsi di pozzo in
pozzo in superficie, ma la ricerca aveva fornito anche un nuovo e segreto
luogo di contatto: la comunicazione profonda che solo ottengono, tra di
loro, quelli che hanno il coraggio di svuotarsi di futilità e di cercare
dentro il proprio essere quello che devono dare ... |