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Tentazione Il vocabolario delle «tentazioni». Luca usa questa frase: … guidato dallo Spirito nel deserto … tentato dal diavolo. Il verbo che Luca usa è «peirazo». E’ lo stesso verbo che, nella versione della LXX, Genesi usa per descrivere il rapporto Dio – Abramo: E avvenne, dopo queste parole, Dio tentò (“mise alla prova”, Bibbia CEI) Abramo (Gen 21, 7). Luca sempre ripete il termine diabolos; Mc usa solo il termine satanà; Mt usa indistintamente diabolos, satanà, peirazon. Tentato – da peirazo: diventare perito, diventare esperto… Questo verbo, usato da Genesi (riferendolo a Dio) e da tutti i Sinottici (riferendolo al diabolos, satanà, peirazon) ci dice che la tentazione è una esperienza che mi fa diventare esperto: non è un andare oltre, venir meno a regole, trasgredire…E’ un diventare esperto in relazione, in "filialità", in "noità". In ascolto Gesù, come ogni uomo della terra, attraversa i tre "test-tentazione" di tutti: 1) Tentazione economica: alla fine ebbe fame… 2) Tentazione politica: tutti i regni… 3) Tentazione religiosa: buttati giù dalla parte più alta del tempio… Queste sono le tre tentazioni di fondo dietro cui ci stanno tutte le altre, dalle più piccole alle più grandi. Tutte hanno come scopo di diaballein – dividerci da Dio. Cioè: ci danno l’illusione che in noi – e non nello è scritto – possiamo trovare la chiave interpretativa della nostra vita e di tutti i nostri problemi. Continua, dunque, a risuonare in Gesù l’eco del primo test andato male all’uomo: E’ vero che Dio ha detto…? (Gen 3, 1). In questo consiste la tentazione. Il testo dice che Gesù è tentato nella sua umanità. Gesù è Figlio nella debolezza e la debolezza è la condizione della tentabilità. La condizione umana risulta proprio da questa possibilità di essere tentato. La tentazione è il voler rifiutare la limitatezza del proprio corpo, dello spazio, del tempo; è il voler rifiutare l'economia creazionale. E' pensare che il Figlio possa saltare la morte senza andarci dentro. La tentazione consiste nel fare di ogni nostro rapporto un consumo; consiste nell'invitarti a vivere il tuo rapporto con la realtà, con le persone non come comunione ma come consumo: se puoi, approfitta dell'occasione! Se poi sei Figlio di Dio, e di occasioni ne hai tante...!!! Ecco: non attraversare la tentazione lasciandosi abbindolare dal suo fascino coincide con il rifiuto di voler vivere il relazione con il Padre: con tutto quanto ne consegue. Piste di contemplazione
1. Come Abramo, padre nella fede, Gesù - tentato nel deserto - diventa il Maestro, la Guida da seguire nel giro dei nostri «quaranta giorni». Gesù sperimenta tutte le difficoltà del cammino nel deserto (cioè il cammino della vita). Queste difficoltà hanno il loro momento riassuntivo nel bisogno fondamentale dell’uomo: mangiare: …alla fine ebbe fame. Proprio in quel contesto, cioè di fronte alla vita, alle difficoltà, di fronte alla morte… Gesù è messo alla prova, è tentato! La parola tentazione, che per noi ha assunto un senso negativo, di fatto ha dentro un senso molto positivo. Significa diventare esperto: mi rendo perfettamente conto quanto rischiosa sia l’ affermazione di chi sostiene che per maturare io debbo fare tutte le esperienze possibili!!! Anche Gesù è diventato esperto di filialità, ha imparato a fidarsi del Padre. Come? Sua Madre e suo Padre l’hanno educato così fin da piccolo; ha frequentato la sinagoga ed ha imparato a leggere le Scritture Sacre del suo popolo; ha imparato a lodare, ringraziare, supplicare il Dio del suo popolo. Nella sua vita, nella sua missione messianica, ha incontrato le difficoltà che Luca schematizza in quei tre test che noi chiamiamo le tentazioni. Proprio Luca ci riferisce che Gesù muore dicendo: Padre, nelle tue mani consegno la mia vita: ecco dove l’ha portato il cammino nel suo «deserto»! In tutta la sua vita Gesù si allena in quei tre test: esattamente come Abramo. Sulla Croce ci fa capire che è veramente diventato esperto in filialità, che è un figlio fedele, anzi, «Il» Figlio che meglio di tutti ha spiegato il Padre. Per questo Luca sottolinea: Nello Spirito… en to pneumati: (battezzato in Spirito Santo e fuoco…) solo chi è in relazione con Dio che ci è Padre, e vive e cammina dentro questa relazione, può «esperire» pian piano la paternità di Dio.
2. Come usciamo dalla tentazione? Come Gesù. Quando la Parola non ci aiuta ad assumere la nostra verità è una parola satanica: perchè ci stacca da Dio, perchè ci fa credere che l'altro deve convertirsi, non «io»! Quindi la tentazione si vince accettando i propri limiti senza volerli superare in una via di inorgoglimento o di consumo (vedi ancora il testo di Genesi), ma riscoprendo la propria relazione filiale con il Padre, con i fratelli. Il satana non chiede cose cattive, anzi, chiede tutto quanto noi vorremmo chiedere a Dio!!!
3. Sinceramente a me dà senso di grande serenità, di grande gioia, il pensare che il mio peirazon, cioè colui che mi mette alla prova, mi consegna i test è Dio, mio Padre, anche se non è minore il rischio che io non superi i test. Capisco che il mio vero dubbio – come per Cristo, Dio mi perdoni!!! – è proprio questo: Dio è mio Padre si o no? Se l’attraversare quel test mi permette di fare esperienza più vera della sua Paternità e della mia filialità, allora… |