IL MESSAGGIO FINALE DA ASSISI
Le dodici richieste per ricostruire partendo dal bene comune
A nome dei giovani e dei poveri della Terra, chiediamo che:
- Le grandi potenze mondiali e le grandi istituzioni economico – finanziarie rallentino la loro corsa per lasciare respirare la Terra. Il Covid ci ha fatto rallentare, senza averlo scelto;
- Venga attivata una comunione mondiale delle tecnologie più avanzate perché anche nei Paesi a basso reddito si possano realizzare produzioni sostenibili; si superi la povertà energetica per realizzare la giustizia climatica;
- Il tema della custodia dei beni comuni sia posto al centro delle agende dei governi e degli insegnamenti nelle scuole, università, business school di tutto il mondo;
- Mai più si usino le ideologie economiche per offendere e scartare i poveri, gli ammalati, le minoranze e svantaggiati di ogni tipo, perché il primo aiuto alla loro indigenza è il rispetto e la stima delle loro persone: la povertà non è maledizione, è solo sventura, e responsabilità di chi povero non è;
- Che il diritto al lavoro dignitoso per tutti, i diritti della famiglia e tutti i diritti umani vengano rispettati nella vita di ogni azienda, per ciascuna lavoratrice e ciascun lavoratore, garantiti dalle politiche sociali di ogni Paese e riconosciuti a livello mondiale con una carta condivisa che scoraggi scelte aziendali dovute al solo profitto e basate sullo sfruttamento dei minori e dei più svantaggiati;
- Si dia vita a nuove istituzioni finanziarie mondiali e si riformino, in senso democratico e inclusivo, quelle esistenti perché aiutino il mondo a risollevarsi dalle povertà, dagli squilibri prodotti dalla pandemia; si premi e si incoraggi la finanza sostenibile ed etica, e si scoraggi con apposita tassazione la finanza altamente speculativa;
- Vengano immediatamente aboliti i paradisi fiscali in tutto il mondo: un nuovo patto fiscale sarà la prima risposta al mondo post-Covid;
- Le imprese e le banche, soprattutto le grandi e globalizzate, introducano un comitato etico indipendente nella loro governance con veto in materia di ambiente, giustizia e impatto sui più poveri;
- Le istituzioni nazionali e internazionali prevedano premi a sostegno degli imprenditori innovatori nell’ambito della sostenibilità ambientale, sociale, spirituale e, non ultima, manageriale perché solo ripensando la gestione delle persone sarà possibile una sostenibilità globale dell’economia;
- Gli Stati, le grandi imprese e le istituzioni internazionali si prendano cura di una istruzione di qualità, perché il capitale umano è il primo capitale di ogni umanesimo;
- Le organizzazioni economiche e le istituzioni civili non si diano pace finché le lavoratrici non abbiano le stesse opportunità dei lavoratori, perché imprese e luoghi di lavoro senza una adeguata presenza del talento femminile non sono luoghi pienamente e autenticamente umani e felici;
- Noi giovani non tolleriamo più che si sottraggano risorse alla scuola, alla sanità, per costruire armi e per alimentare le guerre necessarie a venderle. Vorremmo raccontare ai nostri figli che il mondo in guerra è finito per sempre.