APPELLO PER IL DIRITTO ALLA CASA.

APPELLO A UOMINI E DONNE DI BUONA VOLONTA’ PER IL DIRITTO ALLA CASA

 Chi bussa alla porta di casa? La Chiesa di Parma, raccolta in Veglia di preghiera per e con i lavoratori, ha guardato la famiglia di Nazaret per la quale “non c’era posto per loro nell’albergo” (Lc 2) e ha ascoltato il lamento dei profeti su “chi aggiunge casa a casa” distogliendo gli occhi dai fratelli del paese (Is. 5). Abbiamo ascoltato testimonianze di chi ha sofferto la perdita della casa e di chi si è messo in gioco con loro affinché “ci sia posto per loro nell’albergo”. La Chiesa non pretende di avere soluzioni tecniche, ma l’annuncio del Vangelo non dà pace finchè tutti non abbiano il lavoro, il pane e la casa. Davanti ai molti e complessi problemi sociali, accoglie l’invito di Papa Francesco (Evangelii gaudium) che incoraggia a compiere tre passi:

RICONOSCERE.
“Non c’era posto per loro….”. Abbiamo guardato uno dei tanti “segni dei tempi”: molte famiglie, italiane e straniere, perdono il lavoro e quindi la casa, che sono un diritto e una dignità; spesso queste famiglie hanno un reddito insufficiente (anche a causa di salari sempre più bassi) per poter sostenere l’affitto e vengono sfrattate; non si sta investendo in politiche abitative e diventa difficile, per la Caritas e le diverse comunità di accoglienza, sostenere le situazioni che bussano alla porta, troppo spesso diventate emergenze. Nel 2018 sono stati effettuati 239 sfratti esecutivi nel Comune di Parma e 213 in provincia. Da una ricerca privata pare che in città il 15% degli appartamenti e locali privati e pubblici siano disabitati e non affittati. Negli ultimi anni abbiamo osservato nuove criticità nel percorso di accoglienza delle famiglie emigrate da noi.

INTERPRETARE.
“Non c’era posto per loro….”. «Bisogna ricordare ancora una volta il principio tipico della dottrina sociale cristiana: il diritto alla proprietà privata è valido e necessario, ma su di essa grava “un’ipoteca sociale”… Perciò l’uomo, usando di questi beni, deve considerare le cose esteriori che legittimamente possiede non solo come proprie, ma anche come comuni, nel senso che possano giovare non unicamente a lui, ma anche agli altri» (Sollicitudo Rei Socialis n.42; Gaudium et Spes n.69). La solidarietà, ci ricorda papa Francesco, “è pensare e agire in termini di comunità, di priorità della vita di tutti sull’appropriazione dei beni da parte di alcuni. È anche lottare contro le cause strutturali della povertà, la disuguaglianza, la mancanza di lavoro, la terra e la casa, la negazione dei diritti sociali e lavorativi” (discorso ai Movimenti popolari). Inoltre la nostra Costituzione considera ogni azione economica sempre indirizzata al bene comune e al miglioramento sociale (art.41). Occorre un ripensamento culturale, spirituale, comportamentale. Possiamo agire, scegliere, muoverci e non solo commuoverci. Facciamo in modo che il salario garantisca il mantenimento dignitoso della famiglia; creiamo posti di lavoro. Utilizziamo tutte le possibilità che le amministrazioni locali offrono per garantire, ai proprietari, affitti sicuri e alle famiglie in difficoltà tutte le agevolazioni economiche previste. Nelle nostre comunità cristiane continueremo con più consapevolezza a diffondere una nuova cultura della accoglienza, concreta, operativa, onesta. Solo così contamineremo il nostro territorio: altri vedranno che è possibile condividere perché la condivisione è il vero affare della vita.

SCEGLIERE.
“Non c’era posto per loro….”.

  • Facciamo appello innanzitutto alla comunità cristiana: quale ruolo ha la nostra testimonianza di cristiani di fronte ad un problema conclamato, grave, che colpisce famiglie e bambini, costretti a subire lo sfratto, dormire in auto o ad essere ospitati da amici e connazionali perché è loro rifiutato un affitto? Accanto alle buone pratiche già in atto, ci facciamo di nuovo interpellare dagli appelli del Vescovo Enrico nel 2009, 2014 e 2015 in occasione della Festa di S. Ilario.
  • Facciamo appello ai Comuni della Diocesi e in particolare al Comune di Parma e alle istituzioni pubbliche perché rafforzino le politiche abitative e del welfare dando anche concretezza al Bando per morosità incolpevole, ipotizzato per il 2019.
  • Facciamo appello a ogni uomo e donna di buona volontà che sia proprietario di appartamento sfitto perché si informino sulle agevolazioni e garanzie già a disposizione, a tutela delle loro legittime attese, e facciano, con sapienza e coraggio, la scelta di mettere a disposizione il loro appartamento sfitto.

Siamo riconoscenti a quanti stanno affiancando gli sfrattati e si stanno dedicando per trovare soluzioni occupazionali e abitative. Grazie.
Parma 3 maggio 2019
(Seguono 85 firme)

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