Giovedì Santo:
Lo scrittore Luigi Santucci ha confessato che, potendo scegliere tra le reliquie della Passione, raccoglierebbe quel catino di acqua sporca usato da Gesù nell’Ultima Cena per lavare i piedi dei discepoli. E annota: «Girare il mondo con quel recipiente sotto il braccio, guardare solo i talloni della gente; e ad ogni piede cingermi l’asciugatoio, curvarmi giù, non alzare mai gli occhi sopra i polpacci, così da non distinguere gli amici dai nemici. Lavare i piedi all’ateo, al cocainomane, al mercante d’armi, all’assassino del ragazzo nel canneto, allo sfruttatore della prostituta nel vicolo, in silenzio. Finché abbiano capito». L’eucaristia, che è la pietra preziosa da cercare e il tesoro nascosto da trovare, educa a non arrendersi alla mediocrità. Ecco perché tutti i santi, così affamati di eucaristia, hanno amato la vita, ma si sono innamorati dell’impossibile. Né nani né giganti: semplicemente servitori nel laboratorio della globalizzazione della solidarietà e della carità.