La sfida delle comunità energetiche
Diocesi e Parrocchie in cammino

La sfida delle Comunità energetiche.
Suggerimenti sul percorso per l’avvio
A cura del Comitato Scientifico e Organizzatore della 49ma Settimana Sociale dei Cattolici Italiani

I fondamenti e le motivazioni dell’iniziativa

Le “Comunità Energetiche” non si riducono a una scelta tecnica, ma sono il frutto di un cammino spirituale e antropologico fatto insieme in questi anni come Chiesa in ascolto del territorio. Sono il sogno comune di una comunità che coopera e cammina insieme.
Sono un modo concreto di riaffermare “l’ecologia integrale” proposta dalla Chiesa come nuovo modello di sviluppo umano e sostenibile che ha anticipato le agende dei Governi del mondo sull’urgenza di guarire il pianeta dalle minacce del riscaldamento globale, dall’inquinamento e delle tante dimensioni dell’insostenibilità ambientale.
Scegliere di investire sulle “Comunità Energetiche” è un segno della conversione personale e sociale che Francesco ha proposto nell’Enciclica Laudato si’ nel 2015, quando ha tracciato una direzione per ridare senso e alternativa in un quadro di economia integrale a una idea di ambiente che poneva in conflitto sviluppo e sostenibilità, crisi ambientale e crisi sociale, globale e locale.
Per superare questi dualismi occorre analizzare la realtà, scommettere sulle comunità, investire in un’alternativa concreta al carbone attraverso uno sguardo “contemplativo” capace di ritrovare un equilibrio con la natura. Anzi, lo sguardo di San Francesco d’Assisi, a partire dalla lode al Creatore, ci insegna a entrare in rapporto col Creato in cui “la natura è come uno splendido libro nel quale Dio ci parla e ci trasmette qualcosa della sua bellezza e della sua bontà” (LS 12).
Nell’Instrumentum Laboris in preparazione della 49ma Settimana Sociale lo avevamo sottolineato: nella concezione biblica dire “creazione” è più che dire natura, ha a che vedere con un dono di Dio, dove ogni creatura ha un valore e un significato. In questa prospettiva, la Bibbia apre una via di salvezza: “La natura viene spesso intesa come un sistema che si analizza, si comprende e si gestisce, ma la Creazione può essere compresa solo come un dono che scaturisce dalla mano aperta del Padre di tutti, come una realtà illuminata dall’amore che ci convoca ad una comunione universale” (LS 76). La sensibilità cristiana sul rapporto con l’ambiente si basa sulla teologia della Creazione e dell’Incarnazione che assume e onora “il corpo” del mondo fatto di carne.
Nella scelta delle “Comunità energetiche” si fonda lo spirito di coesione di una comunità che da cum-munus comporta la condivisione di un dono nella co-assunzione delle responsabilità. È per questo che i filosofi parlano di «politica del riconoscimento», che si basa sul diritto dell’identità e dell’inclusione e che la Chiesa chiama nelle sue encicliche sociali “sviluppo dei popoli”. E’ questo un modo concreto di scegliere a livello morale uno sviluppo non solamente verde, ma anche umano e riconciliato con la Creazione.
Per il credente l’ambiente tiene insieme “la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore”, scrive Francesco (LS n. 10). Inoltre, rimanda a quattro livelli su cui si costruisce l’equilibrio ecologico per la Chiesa:

  • quello interiore con se stessi per sanare l’inquinamento del cuore,
  • quello solidale con gli altri,
  • quello naturale con tutti gli esseri viventi,
  • quello spirituale con Dio” (LS n. 210).

Non c’è più tempo, spiegano gli studi più accreditati. Per i greci il tempo era il chronos ma anche il kairòs. Il primo scorre, il secondo è la dimensione in cui accade “qualcosa”. Chronos è quantitativo, kairòs ha invece una natura qualitativa, è il tempo delle scelte, quando la luce entra nelle tenebre e permette di distinguere il bene dal male. Per noi le “Comunità energetiche” sono un kairòs, un momento favorevole per incarnare nella nostra storia la nostra testimonianza.
Occorre allora fare diventare cultura questa scelta.
Abitare il (proprio) tempo per scoprire il kairòs delle “Comunità Energetiche” è l’inizio di ogni libertà e fondamento di ogni responsabilità politica e sociale. Non c’è nulla che nasce per caso: ogni ricostruzione nella storia prende forma nella sua relazione con il vissuto personale e comunitario.

Perché le comunità energetiche
La transizione ecologica è una sfida che ci chiede di incarnare i valori della dottrina sociale nella concretezza delle res novae e dei problemi dell’oggi rifacendo in questo lo stesso percorso già realizzato dalle comunità credenti che ci hanno preceduto nei confronti delle sfide dei loro tempi. E’ così che per vincere le sfide delle nuove povertà ed emarginazioni ai tempi della nascita della rivoluzione industriale sono nate, spesso nelle sacrestie delle parrocchie, le casse rurali, le banche di credito cooperativo, le cooperative di consumo e produzione che hanno dato allo sviluppo economico nel nostro paese – grazie allo sforzo di credenti e non credenti di buona volontà – un volto umano, solidale e sostenibile. Da quell’operosità e da quelle reti e istituzioni civili è nata un’economia dal volto umano che ha diffuso i benefici dello sviluppo economico ed evitato disgregazioni e conflitti devastanti sviluppatisi purtroppo in molti altri paesi dove la stessa opera di mediazione non è stata sviluppata.
È per questo che oggi, nel solco della stessa fonte di ispirazione e degli stessi principi, proponiamo la nascita di un rinnovato percorso di partecipazione e di cittadinanza attiva che si sviluppa, oltre ai temi del consumo e del risparmio responsabili, attraverso la nascita delle comunità energetiche.
La sfida della transizione ecologica pone nell’immediato di fronte a tre problemi collegati tra di loro.
Il primo è quello dell’inflazione trainata dal prezzo del gas, fortemente aumentato a causa di eventi congiunturali (la forte ripresa della domanda in una fase di rilancio dell’economia dopo la fine di gran parte delle chiusure e restrizioni accompagnata da persistenti problemi nella logistica della produzione ereditati dalla pandemia e dalla consueta volatilità dei prezzi sui mercati) ma anche strutturali (la nostra dipendenza dal gas e il rischio di restare in mezzo al guado della transizione ecologica se non si accelera nella riduzione della nostra dipendenza da fonti fossili).
Il secondo, conseguenza dell’aumento del prezzo dell’energia, è l’impatto sulla povertà energetica (le famiglie che hanno problemi nel pagare la bolletta) e sui costi delle imprese.
Il terzo è appunto l’emergenza climatica che ci impone di ridurre le emissioni climalteranti fino ad azzerare quelle nette entro il 2050 per evitare conseguenze irreparabili derivanti dal riscaldamento globale.
Una risposta importante ed efficace su tutti e tre i fronti è quella che può derivare dalla nascita delle “Comunità energetiche”, incentivata nel PNRR da un fondo di 2,2 miliardi che ha l’obiettivo di contribuire ad abbattere la spesa da interessi nell’investimento. Con le “Comunità energetiche”, gruppi di cittadini e d’imprese possono creare vaste alleanze di pratica e diventare prosumer installando capacità produttiva da fonti rinnovabili e realizzando tre benefici:

  • la riduzione del costo totale della bolletta (esclusi gli oneri di sistema) fino al 30%;
  • i premi per l’autoconsumo fissati dal governo
  • la vendita al gestore dell’energia per l’immissione in rete dell’eccedenza di energia prodotta e non autoconsumata.

Le “Comunità energetiche” hanno nel nostro paese una tradizione che risale addirittura al periodo a cavallo del ‘900 quando nacquero le prime esperienze nelle zone alpine ricche di energia idroelettrica. La prima esperienza fu quella di Morbegno attiva dal 1897. Quelle esperienze sono progressivamente cresciute ed oggi la società elettrica cooperativa dell’Alto Bùt (Secab) ha 2.653 soci che hanno ottenuto l’energia ad un prezzo scontato del 35% nel 2000 e gestisce cinque impianti idroelettrici. Le esperienze più recenti di sviluppo sono quelle della fondazione di comunità di Melpignano, di S. Giovanni a Teduccio e delle “Comunità energetiche” create con la nascita di nuovi condomini da diverse società del nord del paese. L’Unione Europea stima al momento l’esistenza di circa 4.000 comunità energetiche ma il numero è in rapida crescita.
La 49ma Settimana Sociale dei Cattolici di Taranto si è conclusa con un appello a creare “Comunità energetiche” in ogni parrocchia. Se ciò avvenisse, considerando 200 kw di potenza istallata in ciascuna delle 25.600, parrocchie arriveremmo ad una potenza addizionale di 5,2 gigawatt.
Le “Comunità energetiche” sono destinate ad un forte sviluppo nei prossimi anni, anche per il mutamento dell’orizzonte legislativo. Fino a poco tempo fa era proibito mettere pannelli fotovoltaici sui tetti dei condomini. Oggi la loro nascita è incentivata da fondi pubblici oltre a quelli del PNRR poiché l’investimento iniziale può essere soggetto ad iper-ammortamento se realizzato da imprese, alle misure del 110% se accompagnato da altre iniziative di efficientamento energetico degli edifici o comunque a detrazioni fiscali su una quota rilevante dell’investimento. È inoltre possibile per le “Comunità energetiche” in base al DL 199/2021- in attuazione della direttiva 2018/2001/ UE (che estende la potenza massima installabile da 200kw a 1Mw) – utilizzare cabine primarie di condivisione dell’energia, il che si traduce nella possibilità di costruire comunità più grandi.
Lo sviluppo delle “Comunità energetiche” è un vero strumento di ecologia integrale in quanto farmaco che tiene conto del fatto che “tutto è connesso” ed è capace di agire su tutti e tre i principali problemi contemporaneamente: cioè non ne risolve solo uno e per di più determina effetti collaterali negativi sugli altri due.
Le “Comunità energetiche” contribuiscono a contrastare il problema della povertà energetica e dei costi di produzione elevati per le imprese con i relativi e rilevanti impatti sociali. Ma, allo stesso tempo, esse offrono un contributo importante all’obiettivo numero uno della transizione ecologica nel nostro paese che è l’eliminazione del “collo di bottiglia” della scarsa capacità produttiva da fonti rinnovabili. Allargare questa capacità produttiva significa procedere verso l’obiettivo di giungere nel 2050 a emissioni nette zero, ridurre la nostra dipendenza da gas e petrolio e mitigare anche l’effetto delle impennate dei prezzi del gas sul costo totale dell’energia consumata.
Un altro aspetto significativo di questa “ricetta” è la sua capacità di risposta dal basso al problema, creando alleanze dal basso tra diversi attori (diocesi, parrocchie, associazioni di terzo settore, amministrazioni comunali) per il bene comune. Il paradigma dell’Economia civile ricorda che la risoluzione dei problemi in un mondo complesso come quello di oggi richiede quattro mani (meccanismi di mercato, cittadinanza attiva, imprese responsabili e istituzioni capaci di diventare levatrici delle energie di cittadini e istituzioni). Le “Comunità energetiche” rispondono esattamente a questi criteri perché implicano il protagonismo di tutte le parti in causa.
La storia delle buone pratiche già esistenti sul nostro territorio testimonia che attorno alla comunità energetica si sviluppa una rete di relazioni e legami rafforzati da una progettualità comune che tiene assieme diversi attori e protagonisti (famiglie, imprese, amministrazioni locali, associazioni) delle nostre città e dei nostri borghi.

Il pool di esperti  (organizzazioni e referenti di contatto)

Quando una comunità ecclesiale locale ha svolto il proprio discernimento e stabilito che la via della “Comunità energetica” è un’incarnazione concreta di ecologia integrale adatta ad affrontare i problemi e le emergenze sociali ed ambientali di oggi c’è bisogno di rivolgersi ad addetti ai lavori in grado di accompagnare il cammino delle comunità sul fronte operativo. Per questo presentiamo in questa sezione una lista, non esaustiva, di operatori del settore vicini al nostro percorso che si sono messi a disposizione con convinzione ed entusiasmo. 

Coop Ènostra

È nostra è una cooperativa che produce e fornisce elettricità rinnovabile, sostenibile ed etica a famiglie, imprese e organizzazioni del Terzo settore. Si fonda sulla partecipazione attiva e sul coinvolgimento delle comunità per cambiare dal basso il modo di produrre e consumare energia. Ad oggi la cooperativa conta circa 9 .000 soci, tra cooperatori e sovventori, accomunati dalla volontà di mitigare la propria impronta ecologica mediante scelte consapevoli, ridurre i propri consumi, utilizzare energia rinnovabile condivisa, contribuire alla transizione energetica.
è nostra ha costituito un team di lavoro specializzato nello sviluppo di Comunità energetiche rinnovabili e configurazioni di autoconsumo collettivo e ha già in corso progetti in diverse regioni (Sardegna, Puglia, Liguria, Lombardia ecc.).
Contact person: Chiara Brogi, partecipa@enostra.it
https:// www.enostra.it/

Acea Pinerolese

Acea Pinerolese, che è stata presentata come buona pratica nella Settimana Sociale di Taranto, opera nel campo delle Comunità energetiche dopo l’inaugurazione del primo sito di autoconsumo condominiale a livello nazionale avvenuto a Pinerolo nel maggio 2021 attraverso il Progetto Energheia. La soluzione tecnologica alla base del progetto è l’efficientamento del fabbricato, la produzione di energia elettrica attraverso impianti fotovoltaici, l’accumulo di questa energia e l’impiego di quanto prodotto per il fabbisogno termico ed elettrico di consumo dei singoli condòmini. Tale configurazione – grazie anche agli incentivi previsti- consente da un lato significativi risparmi di consumo di energia e dall’altro notevoli risparmi nella spesa per riscaldamento ed energia elettrica per le famiglie che abitano questi condomini, mostrandosi come un mezzo molto efficace nella lotta alla cosiddetta povertà energetica. Allo stato attuale (13 gennaio 2022) sono completati i lavori per 17 condomìni ed entro il mese di maggio ne verranno ultimati altri 8 per un totale di 25 edifici con il coinvolgimento complessivo di oltre 700 famiglie. Sono stati acquisiti ordini per ulteriori 80 condomini che potranno essere realizzati nel prossimo biennio 2022-2023.
Informazioni di maggior dettaglio sono sul sito https://www.progettoenergheia.it/,
https://www.aceapinerolese.it/
Chiaramello Ezio 335 311875

Confcooperative Area Parma

Confcooperative ha la volontà e le competenze per partecipare attivamente ai processi di promozione che possono portare alla costituzione delle comunità energetiche nelle Parrocchie e nelle Diocesi, mettendo a disposizione i propri esperti per lo studio e l’analisi della disciplina di riferimento e per l’organizzazione di specifici momenti di formazione ed informativi, nonché le proprie società di sistema, il sistema della finanza cooperativa e le proprie strutture territoriali per fornire l’assistenza tecnica, finanziaria ed amministrativa che possa essere necessaria, in particolare per la costituzione di comunità in forma cooperativa. Il tema energetico, infatti, è un’emergenza con possibili ricadute multidimensionali. Per questo occorre, in particolare, primariamente dare risposta ai bisogni di chi si trova in condizione di povertà (energetica e non solo), con una risposta che deve essere solidale e mutualistica e garantire esternalità positive attraverso il rafforzamento dei legami comunitari e relazionali.

Per area Parma:
Liscidini Carlo (Direttore Omnia Service Soc. Coop): 370-3539540
Stignani Anna (ResponsabileArea Compliance Omnia Service) 379-2393630
Power Energia – https://www.powerenergia.eu/ 

Il riferimento alla piattaforma Laudato Si’ per il tracciamento digitale del percorso in collegamento con il cammino della Chiesa mondiale

È confortante osservare che il percorso italiano si inserisce in un quadro internazionale che cammina nella stessa direzione. Alla fine del 2021 è stato creato da Fondazioni internazionali e dai governi un fondo globale dell’energia per far nascere Comunità energetiche come strumento di emancipazione e di progresso sociale nelle aree rurali più povere del pianeta dove manca l’accesso alle fonti di energia (https://www.themapreport.com/2021/11/03/alla-cop26-nasce-la-global¬energy-alliance-for-people-and-planet/).

Le parrocchie e le comunità ecclesiali che avvieranno il percorso verso la comunità energetica avranno la possibilità di essere registrate e seguite digitalmente sulla piattaforma Laudato Si’ con la quale il Dicastero per il servizio dello Sviluppo Umano Integrale seguirà in tutto il mondo i percorsi di comunità di fedeli verso il bene comune in applicazione dei Sustainable Development Goals. Il percorso coordinato dal Segretario del Dicastero, Suor Alessandra Smerilli, sarà seguito dal gruppo promotore dell’iniziativa.
Il link della piattaforma è https://laudatosiactionplatform.org/

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