Taranto 2021- LE PROPOSTE E IL DECALOGO

Taranto 2021

LE PROPOSTE

1 Tassare i mali non i beni. Riforma della fiscalità ambientale sul modello tedesco, tassando ad esempio le emissioni di CO2

2 Appalti non a prezzo minimo. Il criterio del massimo ribasso incentiva lo sfruttamento del lavoro, l’evasione fiscale e la delocalizzazione

3 Lavoro con bonus sociali e ambientali. La transizione ecologica deve prevedere anche un sistema di premialità che non riguardi solo i profitti ma anche il taglio di emissioni e di incidenti sul lavoro

4 Incentivi per meno CO2. Incentivi ad industrie allevamenti e agricoltura per ridurre la produzione di anidride carbonica

5 Decarbonizzazione dellʼindustria. Incentivi specifici per la transizione energetica per i settori dell’acciaio, della plastica e del cemento

6 Costo ambientale di produzione. Introdurre una tassa per chi esporta prodotti in Europa senza rispettare gli standard europei di produzione

7 Bilancio sociale da estendere. Introdurre la rendicontazione non finanziaria obbligatoria per le imprese con almeno 250 dipendenti (e non solo per quelle con 500)

8 Obiettivo generatività. Gli indicatori di generatività (economica, sociale, demografica, per le generazioni) devono diventare riferimento per la politica

9 Bond sociali per le comunità. Emissione di bond sociali di territorio per finanziare attività, opere e progetti che accrescano il fattore competitivo e valorizzino le comunità

10 Sostenibilità dellʼabitare. Estendere l’approccio positivo del superbonus sull’efficientamento energetico degli immobili (110%) ad altri ambiti come i consumi indiretti, a partire da quello idrico, e il contesto urbanistico in termini di trasporto pubblico

11 Formazione e lavoro. Il lavoro deve tornare al centro dei processi formativi attraverso tre strumenti: apprendistato, alternanza e Its (Istituti tecnici superiori)

IL DECALOGO

Dieci stili di vita personali e comunitari per lo sviluppo sostenibile

Luca Mazza inviato a Taranto (AVVENIRE 24 ottobre 2021)

Sono le singole scelte di consumo sostenibili, le decisioni orientate a un risparmio responsabile e le iniziative di cittadinanza attiva a favorire la diffusione di modelli capaci di coniugare sviluppo e ambiente. Da questa consapevolezza nascono le proposte di stili di vita personali e comunitari lanciate dalla Settimana sociale dei cattolici di Taranto. La sfida di legare lo sviluppo a una sostenibilità socio-ambientale, del resto, è un impegno che riguarda tutti, per cui il contributo di ogni cittadino diventa decisivo. Nello specifico vengono lanciati dieci suggerimenti che vanno dalle iniziative formative ai comportamenti in campo energetico.

Il primo punto consiste nell’educare alla sostenibilità integrale la cittadinanza, attraverso programmi straordinari di aggiornamento delle conoscenze e delle sensibilità per fasce di età 35-45 anni con bassa scolarizzazione.
La seconda richiesta esplicita riguarda la spinta al consumo e la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Come? Per esempio grazie alla creazione di “comunità energetiche” (gruppi di famiglie o reti di imprese che diventano prosumer di energia realizzando i propri impianti di produzione da fonti rinnovabili) che rappresentano un’opportunità nuova ed importante per realizzare contemporaneamente diversi obiettivi positivi.
La terza “raccomandazione” è sintetizzabile nello slogan “No plastic”, sostituendo la plastica monouso con prodotti creati da materiali riciclabili.
Sulla stessa linea c’è anche il quarto punto: valorizzare l’agricoltura km 0 in un’ottica di lotta agli sprechi e agli scarti.
Il quinto invito è racchiuso nel titolo “Città fratelli tutti”: facendo riferimento all’enciclica di papa Francesco si chiede di operare affinché i centri urbani si prendano cura del prossimo.
Nella lista dei eco-comportamenti da adottare rientra anche l’utilizzo di mezzi di trasporto a minore impatto sulle emissioni climalteranti (6), la cura dei territori adoperandosi per la pulizia degli spazi pubblici delle città (7); il contrasto alla speculazione e alla finanza che non genera ecologia integrale, privilegiando investimenti in fondi responsabili (8).
Gli ultimi due “stili di vita” consigliati sono comunitari e rappresentano un appello a fare squadra: lavorare assieme alle tante reti ed associazioni dei territori che s’impegnano a valorizzare i beni comuni ambientali- sociali-culturali locali (9); attivarsi per azioni di advocacy e class action (10) contro speculazione e inquinatori.

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