UN RICOVERY PLAN DA DISARMARE
Danilo Amadei

UN RICOVERY PLAN DA DISARMARE.
di DANILO AMADEI (VITA NUOVA -Diocesi di Parma- 23 maggio 2021)

Alcune scelte ed omissioni delle ultime settimane stanno mettendo in allarme tutte le associazioni per la pace e nonviolente. Il Recovery plan italiano (o Pnrr o Next generation Eu) approvato dal Parlamento prevede «di incrementare, considerata la centralità dell’Italia nel quadrante mediterraneo, la capacità militare dando piena attuazione ai programmi volti a sostenere l’ammodernamento e il rinnovamento dello strumento militare, promuovendo l’attività di ricerca e di sviluppo delle nuove tecnologie e dei materiali, anche in coerenza degli obiettivi che favoriscano la transizione ecologica» . Viene inoltre ipotizzata la realizzazione dei cosiddetti «distretti militari intelligenti per attrarre interessi e investimenti che corrispondano alla visione organica del Pnrr».
È immaginabile dunque un futuro con nuovi armamenti “green”? L’importante diventa la produzione ecocompatibile, anche se quanto produce può distruggere vite umane e ambienti naturali? L’Osservatorio sulle spese militari in Italia ha di recente denunciato che, in piena pandemia, la spesa militare nel bilancio dello Stato italiano è prevista nel 2021 per quasi 25 miliardi di euro, con un incremento dell’8,1% rispetto al 2020 (15,7% rispetto al 2019). Per la prima volta in Italia la spesa per l’acquisto di nuovi sistemi d’armamenti supera i 7 miliardi di euro in un solo anno. In Parlamento non riesce a concludersi il percorso legislativo per rendere più stringente l’attuazione dell’export delle armi italiane, evitando triangolazioni commerciali che consentono di fare arrivare le armi prodotte in Italia anche in zona di guerra, come mostrato e denunciato da tante organizzazioni internazionali.
Non è ancora stato preso in considerazione l’appello di tante associazioni, anche ecclesiali, enti locali e moltissimi cittadini perché l’Italia ratifichi il “Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari”, che peraltro il nostro Paese non ha approvato nemmeno in occasione della sua adozione da parte di 122 Paesi delle Nazioni unite nel luglio 2017. Non solo, nella base di Ghedi si stanno ampliando le infrastrutture per i nuovi caccia bombardieri F35 (ognuno con costi superiori a 135 milioni di euro) in grado di trasportare nuovi ordigni nucleari ancora più potenti (i B61-12). La scorsa settimana è stata premiata come azienda attenta alla finanza etica e alla sostenibilità ambientale il gruppo italiano Leonardo, leader europeo nell’aerospazio, nella difesa e nella sicurezza, che lo scorso anno ha raggiunti i 13,4 miliardi di ricavi, perché «ha redatto e approvato il primo bilancio integrato con risultati correlati all’Agenda Onu 2030”. Siamo ben lontani dalla visione di un mondo che fondi il suo futuro su una attenzione al nostro pianeta fondato su rispetto ambientale, pace, libertà, giustizia e fraternità.
Cadono davvero nel vuoto le denunce e gli appelli di tante persone di buona volontà, con la forte voce di papa Francesco tra loro, perché non si sprechi questa crisi tornando ad un mondo diviso, inquinato, armato, ingiusto e violento. Facciamo nostra la denuncia del Papa perché «nel pieno corso della pandemia non cessano i conflitti armati e si rafforzano gli arsenali militari. Questo è lo scandalo di oggi».
Ed ancora la denuncia dell’immoralità non solo dell’uso ma anche solo del possesso della armi atomiche, a Hiroshima il 24 novembre 2019. Ribadita sulla scia della dottrina della Chiesa a partire da papa Giovanni XXIII nella Pacem in terris, che denunciava che le armi uccidono già nella loro produzione sottraendo risorse ai poveri.
Occorre un impegno straordinario di tutte le persone di buona volontà in qualsiasi ambito operino, di qualsiasi fede e ideali siano, perché si sottragga il futuro a chi, cinicamente, utilizzando anche nuove formule come “transizione ecologica”, persegue finalità contrarie ad una vera ecologia integrale e aumenta la già insostenibile e immorale presenza di armi, anche di distruzione di massa, nel nostro pianeta.
Occorre una nuova alleanza tra chi ama davvero la nostra terra comune e i diritti umani universali perché le nuove generazioni possano vivere non solo in un ambiente più sano, ma anche più fraterno e nonviolento.  Non si può aspettare, il tempo per agire è ora. La politica persegua una vera ecologia integrale per vivere in un ambiente più sano e più fraterno.

Nelle basi di Aviano (Pordenone) e di Ghedi (Brescia) sono presenti ordigni nucleari (B61), una quarantina circa Il nostro Paese si è impegnato ad acquistare 90 caccia F35 per una spesa complessiva di oltre 14 miliardi di euro

Armi nucleari: «Il nostro Paese ratifichi il trattato Onu». APPELLO
(VITA NUOVA . Diocesi di Parma. 23 maggio 2021)

Un appello rivolto al Governo e al Parlamento affinché l’Italia ratifichi il Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari, entrato in vigore lo scorso 22 gennaio 2021 con il raggiungimento della cinquantesima ratifica necessaria, è stato firmato e diffuso dai presidenti nazionali delle Acli, dell’Azione cattolica italiana, dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, dai responsabili italiani del Movimento dei Focolari e dal coordinatore nazionale di Pax Christi.
«Questo Trattato, che era stato votato dall’Onu nel luglio 2017 da 122 Paesi, rende ora illegale, negli Stati che l’hanno sottoscritto, l’uso, lo sviluppo, i test, la produzione, la fabbricazione, l’acquisizione, il possesso, l’immagazzinamento, l’installazione o il dispiegamento di armi nucleari – si legge nell’appello –. Il nostro Paese non ha né firmato il Trattato in occasione della sua adozione da parte delle Nazioni Unite, né l’ha successivamente ratificato. Tra i primi firmatari di questo Trattato vi è invece la Santa Sede». In Italia, ricordano i promotori, «nelle basi di Aviano (Pordenone) e di Ghedi (Brescia), sono presenti ordigni nucleari (B61), una quarantina circa. E nella base di Ghedi si stanno ampliando le strutture per poter ospitare i nuovi cacciabombardieri F35, ognuno dal costo di almeno 155 milioni di euro, in grado di trasportare nuovi ordigni atomici ancora più potenti (B61-12). Il nostro Paese si è impegnato ad acquistare novanta cacciabombardieri F35 per una spesa complessiva di oltre 14 miliardi di euro, cui vanno aggiunti i costi di manutenzione e quelli relativi alla loro operatività».
«Le armi nucleari sono armi di distruzione di massa, dunque, in quanto tali, eticamente inaccettabili », come ha ricordato anche papa Francesco durante il suo viaggio in Giappone, il 24 novembre 2019 a Hiroshima. Anche altri movimenti e associazioni del mondo cattolico italiano saranno invitati a sottoscrivere l’appello. Le adesioni saranno raccolte fino a fine maggio, poi il documento verrà di nuovo reso pubblico con tutte le firme pervenute.
Patrizia Caiffa
Appello al Governo e al Parlamento firmato da Acli, Azione cattolica, Comunità Papa Giovanni XXIII, Focolari, Pax Christi e altre 40 associazioni.

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