Anche un rottame ha diritto di galleggiare.
Don Augusto Fontana
Ho sognato di intervistare Lazzaro. Quel marcio rottame d’uomo che, nella Parabola del vangelo di Luca, si nasconde sotto la tavola del ricco stravaccato.
Lo raggiungo, imbarazzato, mentre sta raccogliendo la mollica con cui il signore perbene si è appena pulito le dita impiastricciate di arrosto. Ha una cancrena puzzolente ai piedi. Un bastardino, un po’ pagano come il suo padrone che non è circonciso, sta contendendo la mollica a Lazzaro. Insieme alla mollica lecca la cancrena. Peggio per te, povero Lazzaro, visto che i cani sono considerati animali impuri; così ti becchi anche l’impurità legale e rituale e sarai fuori dai santuari, quelli religiosi e quelli civili. Anche da noi, essere malati è una colpa. Dietro ogni giacca bisunta c’è il sospetto di un vizio. Dietro ogni cravatta c’è l’assunto di una virtù. Rassicurati, però: è tutto da dimostrare!
Incomincio l’intervista.
Telecamera n.1.
Carrellata.
Primo piano sulla cancrena.
Anche le piaghe fanno audience, soprattutto se sponsorizzate da una marca di detersivo: il mercato si è fatto furbo e i programmi sentimental-benefici rendono bene. Le piaghe di Lazzaro commuovono le mamme e fanno vomitare i bambini: gli uni e le altre verseranno l’obolo sul conto corrente 345692 della Banca d’Italia e correranno al Supermarket a comprare “Lava e sbianca”. Il buonismo italiano farà tombola: eleverà lo share di Canale 2, farà piovere sul bagnato delle banche, farà circolare merci e lavoro, metterà a posto la coscienza di mamme e bambini, commuoverà perfino il Papa. E il potere politico si farà perdonare i tagli alla spesa sociale.
Microfono n.1: «Dunque, Lei si chiama?…»
– I miei genitori mi hanno chiamato Eleazaro, ma tutti mi chiamano Lazzaro. Nella mia lingua, il nome Eleazaro significa “Dio aiuta”, ma il nome non mi ha portato fortuna. I miei preti dicono che Dio vuol bene a gente come me. Mah!…
Microfono: «E questo signore che La tollera sotto la tavola, come si chiama»?
– Boh! Siete tutti uguali. Sembrate nati tutti dalla stessa p……………Credo che neanche Dio vi chiami più per nome. Del resto anche sui vostri giornali pubblicate solo i volti delle vittime; mai quelli dei mandanti. I responsabili restano, purtroppo, sempre senza nome. Forse perchè ciascuno possa mettere il proprio nome.
Microfono: «Ma voi quanti siete, in questo paese»?
– In Europa 94,6 milioni di persone vivono sulla soglia di povertà e soffrono di importanti privazioni materiali e sociali, in Italia sono 13,4 milioni le persone che vivono in condizioni di povertà o esclusione sociale, il 22,8 % della popolazione. C’è chi sta meglio di me. Nel nostro Paese sono circa 3 milioni le persone che pur lavorando sono povere e non riescono a vivere in modo dignitoso: guadagnano poco più di 950 euro al mese. Voi giornalisti dite che è cresciuta la ricchezza nazionale, ma dimenticate di dire che è cresciuta anche la povertà. E’ cresciuto il reddito medio, ma non contemporaneamente la redistribuzione della ricchezza. In tutte le manovre finanziarie recenti, con un taglietto di qua e uno di là, è andata a finire che nel 2023 le famiglie in povertà assoluta si attestano all’8,5% del totale delle famiglie.
Microfono: «Mi consenta: Lei esagera i dati. Io giro per il mondo, leggo, ma gente come Lei è rara come le mosche bianche, almeno da noi».
– La gente come me va scoperta. Noi facciamo notizia solo quando un disoccupato si ammazza, un anziano uccide il suo usuraio, un negro vi stupra una donna, un profugo violenta i vostri confini o quando facciamo rissa tra noi. Venga con me, mi segua.
Stop alla telecamera.
Ci muoviamo verso Ebron al ritmo esasperatamente lento delle sue due stampelle. Il tempo non è più mio. E’ suo. La valle di Ebron è vicina. Lui conosce tutti: Meraiot piccolo delinquente, Cassub handicappato fisico, Abdia tossicodipendente, Idutun che ha infettato mezzo mondo non si sa come, Akkub il matto, Maaca la prostituta decadente, Talmon vecchio vedovo senza parenti, Lidia immigrata, Arad il nomade, Sallum barbone senza fissa dimora come Lazzaro, Semaia ex carcerato fratello di altri tre carcerati, Codes madre nubile, Ibnia alcolizzato, Adaia malato semiparalizzato, Mesullam schiavo per pagare gli usurai, Malchia disoccupato, Galal profugo di guerra da Gaza. L’occhio impudico della telecamera guardona ha stuprato le dignità di tutti.
– Novantacinque milioni in Europa e più di sette milioni in Italia…divisi in categorie per la gioia dei sociologi. Siamo diventati numeri, statistiche, grafici, percentuali, tavole rotonde. Ma se non ci fosse la mollica di quel ricco seduto a tavola, non saprei come campare.
Microfono n. 1: «Esprima un desiderio»!
– Prima di tutto desidererei diventare come quel ricco seduto a tavola con te. Non mi basta più il diritto di mangiare le briciole. Voglio il mio diritto di sedere a tavola. Poi desidererei che cercaste di capire perchè siamo diventati così. Cercate di fare di meno e di capire di più. Tu, per esempio, non mi hai chiesto perchè sono ridotto in queste condizioni. O credi che sia io l’unico responsabile dei miei guai? O forse credi al destino? Non ti sei mai chiesto perchè il sottosviluppo galoppa nonostante la tua Chiesa cattolica mandi circa 60.000.000 euro all’anno alle missioni sparse nel mondo?
(Decisamente sfacciato il tipetto! Questa gente quando prende confidenza va a finire che alza la cresta e si candida a ingrossare le file dei terroristi).
Stop all’intervista. Brevi convenevoli. Obolo di rito. Fine del sogno, anzi, dell’incubo.
Inizio a mettere ordine alle idee. Lazzaro mi ha suggerito, innanzitutto, di cercare le cause.
Ci provo: crisi del senso della socialità con forti spinte individualistiche; caduta del senso della legalità con inquinamento delle regole di una convivenza ordinata; crisi della partecipazione e della responsabilità con una abdicazione rispetto all’esercizio dei diritti-doveri di cittadinanza; crisi dei partiti e rinascita di aggregazioni lobbistiche, corporative o ad personam; crisi della moralità amministrativa; crisi della moralità economica.
Chiudo gli occhi e amo pensare che quel rottame umano di Eleazaro, in Paradiso galleggerà.