Servo e testimone: due parole (e due ruoli) affascinanti e complicate. Parole e ruoli per gente dal palato forte in tempi di fuggi-fuggi generale, in tempi di “io faccio i fatti miei”.
Liturgia
Devo premettere che il termine “battesimo di Gesù” – riferendosi all’immersione nel Giordano – si presta ad un equivoco. Quando Gesù parla del proprio “battesimo” fa riferimento alla sua morte-risurrezione, come ricorda Luca (12,50): «C’è un battesimo (un’immersione) in cui devo essere battezzato (immerso); e come sono angosciato, finché non sia compiuto».
E’ difficile ricondurci strettamente agli elementi narrativi di Matteo e liberarci da accessori leggendari per entrare nell’omelia profetica dell’evangelista. La leggenda coccola gli appetiti fantastici, la profezia li turba.
Theotokos “Madre-di-Dio”, è il titolo attribuito ufficialmente a Maria nel Concilio di Efeso del 431. Alcuni Padri del Concilio suggerivano un termine più attenuato: invece del titolo di Theotokos, proponevano quello di Christotokos, “Madre di Cristo”; ciò venne visto come una minaccia alla dottrina della piena unità della divinità con l’umanità di Cristo. E venne confermata l’attribuzione a Maria del titolo di Theotokos, Madre di Dio.
C’è il fondato sospetto che abbiamo frettolosamente deglutito il mistero della natività di Dio rendendolo poltiglia con gli acidi gastrici delle nostre banalità.
I “sogni” nella Bibbia sono un linguaggio, un modo di dire, un “genere letterario”. I racconti della nascita di Gesù, in particolare i “sogni” che la accompagnano, ci rivelano che nella nostra storia ci sono dei reali segni di rivelazione che dobbiamo saper riconoscere.
La speranza è più forte dei fatti. Non li salta, non li aggira; li attraversa e li contesta.
per Matteo la conversione è una modifica del motore e non delle gomme. Matteo usa i verbi fare, produrre, fruttificare per indicare che comunque la conversione non è solo un sentimento interiore che non ha riscontri nelle scelte quotidiane.
Invidio chi aspetta qualcuno. O qualcosa. Invidio la gente di buona volontà in Israele e Palestina; invidio i monaci che vegliano nell’ansia paziente; invidio la ragazza che attende la licenza del fidanzato militare in Libano; invidio Francesca e Marco che tra pochi giorni partoriranno. Li invidio tutti, e altri ancora, perchè io, al massimo, divento uomo dell’attesa impaziente solo alla fermata dell’autobus o allo sportello di banca.
Gesù servo e amico più che re. Allora decidiamoci una buona volta di fare una petizione al Papa per cambiare la festa di CRISTO RE in festa di CRISTO SERVO.