La questione del legame tra l’amore a Dio e l’amore agli uomini è vecchia come la religione.
Liturgia
L’evento accaduto al cieco Bartimeo è il prototipo di ogni cammino battesimale e post-battesimale; anche il consolante oracolo del profeta Geremia rimette in moto gambe anchilosate di deportati ormai seduti sui marciapiedi della propria storia, provoca scariche adrenaliniche nel cuore di straccioni e di non-eroi divenuti un imponente corteo che torna a casa cantando a Dio il pianto del loro andare e la gioia del tornare.
Il servizio diventa “assumere su di sè responsabilmente il destino e la situazione degli altri”. Molti hanno detto che la croce è “pagare al posto di…”; meglio sarebbe dire che l’amore diventa crocifisso quando “paga a vantaggio di…”.
Capitalizzo in banca perchè non mi fido del Welfare State né di chi mi raccoglierà rincoglionito da solitudine e vecchiaia malata. «Uomo di poca fede, pagano!» mi direbbe Gesù se conoscesse i miei dubbi su un misterioso Padre che promette un occhio di riguardo a passeri, gigli e uomini nudi…
Come celebrare la Pasqua settimanale di Gesù con vecchiette e vedovi, con i bambini, con i pochi nuclei familiari presenti e i rari divorziati/separati? Sarà la fiera di parole aspre o sarà una Liturgia di gioia, benedizione e misericordia? Queste domande imbarazzano anche me.
La diversità è una ricchezza. Accettare l’alterità costituisce l’unica strategia in grado di garantirci dall’intolleranza. L’atteggiamento settario ed esclusivista è presente non solo nelle esperienze religiose, ma anche nel sindacato, nei partiti, nel volontariato…
Nessuno può sentirsi offeso da un Dio inginocchiato davanti a te e se Gesù è in ginocchio, nel mondo viene introdotta una nuova scala di valori che è appunto lo stile che Gesù propone ai suoi amici “Se uno vuol essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti”.
Chiede Gesù: Chi sono io per te?….
Quale paradossale attributo confiderò domenica al Signore, senza mettere a repentaglio la mia ortodossia e senza compromettere troppo le mie ovvietà religiose ed esistenziali?
Tiro, Sidone, Regione delle dieci città, lago di Galilea…: zone frequentate da pagani considerati impuri da Israele. Il Signore ci avvicina nelle nostre zone di infedeltà e di lì passa e ripassa per fare, dello spazio della nostra incredulità, una occasione e una zona di fede.
Quale Dio andremo a celebrare domenica? E’ forse un Dio notaio dal volto perverso e corrucciato quello che dona la Legge di vita e di cammino al suo popolo? Chi ci farà compagnia nella liturgia pasquale di domenica? Una assemblea rassegnata ad un’osservante ma stolta verginità? E io sarò un ascoltatore della sua parola e un irriducibile trasgressore di tradizioni umane?