Il Regno di Dio non è una partita di Champions League, pochi campioni che giocano incitati dal tifo di molti. Chi lo vuol seguire non può stare in panchina. Tutti ad evangelizzare. E senza attrezzi o, meglio, con quei soli attrezzi compatibili con il suo, una croce.
Liturgia
I simboli della Chiesa cristiana sono sempre stati il leone, l’agnello, la colomba, il pesce, ma mai il camaleonte.
I miracoli sono insufficienti a condurre alla fede, sono inaffidabili. Il vento che scuote, il sisma che abbatte, il fuoco che ustiona, il cieco che vede, il pane che si duplica, l’acqua che è vino, la mummia che si rianima sono SEGNI, come dice l’evangelista Giovanni. Ma solo la croce è, come direbbe Lévinas, voix de fin silence, voce di sottile silenzio.
Proprio in questa notte si compie il contro-esodo, dalla terra dei circoncisi al territorio dei non-circoncisi, Gerasa nel territorio della Decapoli; oggi diremmo: dalla chiesa parrocchiale alla moschea musulmana o al mandir induista.
Le letture bibliche di oggi nascono da situazioni concrete depresse e deprimenti, ma lette e vissute nella coscienza che Dio vi abita dentro e che nulla potrà impedire all’amore di Dio di portare a compimento la sua volontà di salvezza: «Dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia…».
I patti di sangue oggi si sono trasformati in una firma in calce a contratti che hanno tutto meno che il linguaggio della comunione di vita e il vigore dell’impegno assunto in fiducia. Sul collo dei contraenti alita il fiato degli avvocati, in un tempo di fragili impegni e amori flessibili.
Cacciari: «La Chiesa non è più di fronte a un ateismo militante, ma a un’indifferenza radicale. Non si trova più di fronte a un Nietzsche che dice “Dio è morto”, ma a chi dice “di Dio che me ne importa”. È un salto pazzesco». E noi continuiamo a dire: “Trinità…”.
Pentecoste è un sogno, una promessa, ma che tarda sui tempi delle mie attese e dei miei desideri.
“Sulla terra il cuore non si corrompe, se lo si innalza verso Dio. Se tu avessi del grano in cantina, lo porteresti nel granaio, per evitare che marcisca. A maggior ragione devi preoccuparti del tuo cuore, elevandolo verso il cielo. In che modo? Attraverso atti d’amore. Il corpo sale cambiando di posto; il cuore si eleva cambiando di volontà”. S. Agostino
Un amore in tutte le sfumature armoniche di cui siamo capaci, come singoli e come comunità, in tempi di amori tossici, normali, violenti o eroici.